Il primo cruccio di una futura sposa appena pronunciato il tanto sospirato “sì, ti sposo” è l’abito che indosserà il giorno delle nozze (in realtà è il cruccio durato una vita, che ora si fa incombente!).
Nella ricerca, molte sfogliano riviste su riviste, alla ricerca delle nuove tendenze e di qualcosa che sia consono ai tempi ed ovviamente ai propri gusti estetici, in realtà però sarebbe consigliabile valutare altri aspetti.
Un po’ di storia prima di tutto:
L’abito nuziale agli inizi degli anni ’70, essendo molto legato alla moda abbigliamento, aveva spesso maniche a campana e la gonna scivolata secondo i dettami del momento: erano anni di contestazione ed era tramontato l’abito sontuoso, con il grande strascico. Nei decenni a seguire (sulla scia della seguitissima ed amatissima Lady D), tornò una moda ottocentesca, definita da molti “Via Col Vento”. La moda sposa anni ’90 fu invece dominata da continui riferimenti agli anni ’50 e soprattutto ai ’60, le ricerche si concentrarono sul tessuto, recuperando i bellissimi materiali “sixties”, quasi dimenticati.
Mode insomma, ricerca di ciò che è in auge al momento.
Roberto Capucci, che Christian Dior definì in un’intervista a Vogue “il miglior creatore della moda italiana”, invece, definendo la moda “un’atroce dittatura che il 90% delle donne segue ciecamente senza badare se sia o meno adatta a loro”, suggerì di dimenticarsela e lasciarla da parte almeno per il gran giorno del matrimonio: essenziale è sottolineare la bellezza (o ciò che di più bello, sotto il profilo estetico, ha la sposa), quindi mettere in evidenza le doti.
Personalmente sono totalmente d’accordo con questo pensiero, chi mi conosce sa che non sono una modaiola, leggo riviste per tenermi aggiornata, ma amo i tocchi personali e la valorizzazione delle caratteristiche (fisiche e comportamentali) del singolo individuo.
Alcuni esempi: se la sposa ha la vita sottile non è il caso di farle indossare un abito scivolato, ma piuttosto un vestito che metta il “vitino da vespa” in evidenza, al contrario, se ha i fianchi piccoli e punto vita forte, meglio lo scivolato.
Per non parlare del contesto in cui tutto si svolge: Matrimonio religioso? No a scollature importanti (ovviamente) e niente abito lineare per la cerimonia in chiesa barocca o l’abito barocco in una chiesa romanica o gotica, l’ambiente è importante.
Insomma, meglio abbandonare i dictat dell’epoca e dare spazio allo studio di se stesse, la soluzione è di non lasciarsi trascinare dall’ideale di una vita, ma restare aperte a nuove (o vintage!) alternative!
Mi capita più di quanto si possa immaginare che una sposa entri in atelier con un’idea ed esca con l’esatto opposto!
Ecco l’immagine di un bellissimo abito a sirena in pizzo con velo ricamato, fu una bellissima cerimonia estiva all’aperto, in una villa antica e ben tenuta in riva al Lago di Garda, tutto in armonia, raffinato ed elegante come i suio protagonisti…